Friday, November 30, 2007

Sposarsi in Giappone, parte 1

Come districarsi nella burocrazia italo - giapponese se si vuole sposare un cittadino giapponese in Giappone? Non è poi cosi complicato diciamo che è un po' lungo, infatti conviene muoversi con un po' di anticipo, tipo due mesi prima.

Questa è solo la prima parte, cioè quello che si deve fare quando si è in Italia prima di partire, quando finirò anche i passi in Giappone scriverò un secondo post.

Un italiano che decide di sposarsi all'estero, sia dinanzi ad autorità straniere o all'ambasciata/consolato deve avere un documento valido (per il Giappone il passaporto) e il nulla osta definito meglio come: certificato di capacità legale a contrarre matrimonio che rilascia la stessa ambasciata o consolato. Per ottenere il nulla osta si deve procedere con le pubblicazioni di matrimonio o presso il comune di residenza della parte italiana o presso l'ambasciata/consolato (in questo caso si deve essere iscritti all'AIRE).

Per le pubblicazioni la parte italiana presenta i documenti tipici che però in genere sono richiesti d'ufficio direttamente dall'ufficiale anagrafe e sono:

  • Atto di nascita;
  • Certificato contestuale di: cittadinanza, residenza e stato libero.

La parte giapponese invece deve lavorare di più, i documenti a loro richiesti sono:

  • Registro di famiglia (Koseki Tohon);
  • Certificato di residenza (Juminhyo);
  • Certificato di capacità matrimoniale (Konin joken gubi shomeisho).

Sicuramente il cittadino giapponese sa come ottenere questi documenti nel proprio paese. Ma questi documenti sono in giapponese quindi poco utilizzabili dai nostri funzionari, vanno legalizzati e tradotti. Conviene fare una copia, si portano gli originali presso l'ufficio del Ministero degli Affari Esteri (Gaimusho)in Giappone dove allegheranno le APOSTILLE (non esiste la traduzione di questa parola, dite al vostro futuro consorte che al Gaimusho capiranno), dei foglietti per ogni documento con firme timbri e dichiarazioni. Questa operazione è gratis e le Apostille sono pronte il giorno dopo. Le copie invece si danno ad un traduttore in modo da lasciarlo lavorare. All'ambasciata hanno un elenco di possibili traduttori, che non sono ufficiali, conviene contattarne un po' perché hanno tempi e parcelle molto diverse tra loro, noi siamo riusciti ad avere le traduzioni in 5 giorni. Quando avrete le apostille e le traduzioni saranno pronte, si fisserà un appuntamento con il traduttore e si andrà insieme all'ambasciata/consolato italiana dove al traduttore sarà chiesto di compilare il verbale di traduzione giurata con la quale dichiara che la traduzione è fedele, anche qui timbri e per ogni documento si paga 2000 yen. Date i vostri dati anagrafici perché gli uffici li chiederanno sempre.

Una volta ottenuti i tre documenti sopra elencati, le apostille e le traduzioni si può andare in comune con i documenti di identità di entrambi per richiedere le pubblicazioni di matrimonio. Attenzione: alcuni ufficiali dell'anagrafe potrebbero richiedere il nulla osta per la parte giapponese ma NON SERVE perché il matrimonio non si celebrerà in Italia, in caso citategli la circolare del Ministero di Grazia e Giustizia del 25/1/1996.

In Italia la richiesta di pubblicazione va presentata da entrambi gli sposi (art. 50 DPR 3/11/2000, n. 396) ma se il cittadino giapponese non può o non vuole venire in Italia solo per fare le pubblicazioni è possibile rappresentare il vostro futuro consorte per procura speciale che richiederà il cittadino giapponese sempre all'ambasciata/consolato (circolare MIACEL n. 2/2001) anche lo stesso giorno in cui si va con il traduttore. Un funzionario del consolato compilerà il documento, ovviamente servono i vostri dati anagrafici, un rappresentante dell'ambasciatore (o lui) leggerà il documento ad alta voce e se necessario qualcuno tradurrà in tempo reale, si ottiene subito e costa 6000 yen. Fatevi mandare per posta tutto il malloppo, compresa copia del suo passaporto.

Al comune oltre i documenti è richiesta una marca da bollo da 14,62 euro, la richiesta di pubblicazioni è abbastanza tipica e dopo 8 giorni si può richiedere il certificato di avvenute pubblicazioni che potete usare per ottenere il nulla osta. Il consolato di Osaka, dove chiederò il nulla osta mi ha suggerito, per abbreviare i tempi, di inviare via fax copia del certificato di avvenute pubblicazioni (l'originale lo consegnerò poi direttamente in consolato) insieme alla fotocopia del mio passaporto e della mia fidanzata.

continua…

Fonti: Mia esperienza, Consolato Generale d'Ialia ad Osaka, Comuni.it, Unica's Japanese

Attenzione, le informazioni contenute in questo post sono soggette a variazioni. Verificate sempre tramite l'ambasciata o il consolato eventuali nuove disposizioni.

Monday, November 26, 2007

Shima Uta 島唄

In questi giorni sto studiando insieme a Miyuki la canzone Shima Uta 島唄. Abbiamo deciso di suonare insieme questa canzaone il giorno del matrimonio, lei suonerà il Sanshin e io la chitarra. Si tratta di una canzone scritta del gruppo The Boom dopo il loro viaggio ad Okinawa. Sto cercando di memorizzare il ritornello, bo immagino gli errori...

Il video della canzone:



E il testo con accordi:

E Am B E
Deigo no hana ga saki kaze wo yobi arashi ga kita
E Am B E
Deigo ga sakimidare kaze wo yobi arashi ga kita
E Am B E
Kurikaesu kanashimi wa shima wataru nami no you

C#m G#m F#m7 C#m
Uuji no mori de anata to deai
E G#m A B
Uuji no shita de chiyo ni sayonara

E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori tori to tomo ni umi wo watare
E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori todokete okure watashi no namida

E Am B E
Deigo no hana mo chiri saza nami ga yureru dake
E Am B E
Sasayakana shiawase wa utakata no nami no hana

C#m G#m F#m7 C#m
Uuji no mori de utatta tomo yo
E G#m A B
Uuji no shita de yachiyo no wakare

E B C#m G#m A B E
Shimau uta yo kaze ni nori tori to tomo ni umi wo watare
E B C#m G#m A B Em
Shima uta yo kaze ni nori todokete okure watashi no ai wo


Em G D Em G D
Em G D Em G B

A E A G# C#m A B
Umi yo uchuu yo kami yo inochi yo kono mama towa ni yuunagi wo

E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori tori to tomo ni umi wo watare
E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori todokete okure watashi no namida
E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori tori to tomo ni umi wo watare
E B C#m G#m A B E
Shima uta yo kaze ni nori todokete okure watashi no ai wo

Monday, November 19, 2007

Low cost si però...

La settimana scorsa sono andato in Calabria a fare le pubblicazioni di matrimonio perchè sono ancora residente li. Ho deciso di sperimentare la nuova tratta di Ryanair da Bergamo a Milano anche perchè il prezzo è troppo competitivo, metà del costo del treno. Io conoscevo Ryanair molto bene, quando abitavo in Irlanda ho viaggiato molto con loro, fino allo scorso luglio in realtà, e non è mai stata male, sul'aereo sembra il mercatino, tra articoli in vendita, gratta vinci e bilgietti dell'autobus, però la gentilezza è sempre stata gratis e poi a quel prezzo, ma... l'altro giorno mi è sembrato di viaggiare con tutt'altra compagnia. Il personale di bordo era molto diverso, non erano italiani, parlavano italiano con accento straniero, e non erano nemmeno anglosassoni, ma erano molto inkazzati. Nel viaggio di andata era successo un episodio a cui non avevo badato tanto ma poi dopo il ritorno ho capito tutto.
Sono salito sull'areo con l'ultimo autobus di passeggeri e quindi ovviamente era tutto un po già pieno e cercavo un posto per me e per il mio bagaglio a mano perfettamente in regola secondo peso e misure. Trovo un posticino e provo a infilare il mio bagaglio che sembra entrare, mi siedo e aspetto il decollo. L'hostess arriva per chiudere le cappelliere e quella dove c'era il mio bagaglio non si chiudeva, causa: il mio bagaglio fuoriusciva un po perchè non era entrato perfettamente fino in fondo. Lei ha provato a chiuderlo 2 o 3 volte senza spostare niente finche ha esordito con voce alta è un po incazzata: "Di chi è questa valigia gialla? (era arancione, però va be)", e io: "E' mia, proviamo a spost...", "Ok, questa la portiamo via!!!" fa lei, con tono più alterato e portandosi la mia valigia; io ho provato a capire: "Ma, poi prima di scendere chiedo a voi per riavere la mia valigia?", la sua risposta: "No, la portiamo nella stiva!!", "Ma come scusi, come fate poi a essere sicuri di mandarla a destinazione se non è etichettata?", e lei mi risponde: "No la ritiri in areoporto e PAGHI!", ancora più incavolata. Cercando di capire meglio: "Mi scusi ma perchè? E poi perchè proprio la mia valigia che è nelle misure giuste, si tratta solo di trovare un posto...", "A me non interessa niente! Io non posso chiudere!", bo mi sembrava tutto così strano, non potevo ragionarci. Poi per fortuna il mio vicino di posto ha fatto quello che lei avrebbe dovuto fare, o che almeno ho visto sempre fare dal personale di bordo, e che avrei potuto fare pure io per evitare discussioni: ha spostato leggermente la sua roba e la mia valigia è entrata senza problemi, finito, tutto qui. Lei è andata via, poi dopo il decollo è ritornata più calma cercando di spiegarmi la cosa senza una nuova logica però aggiungendo: "La gente sale con valigie grosse e mette i cappotti" (e quindi io che c'entro? Oltretutto i posti sotto i sedili erano tutti liberi).
Poi ripensandoci e ricordandomi di quello che avevo sentito nel viaggio di andata era successa praticamente la stessa cosa ad un'altra passeggera con un'altra hostess, vuol dire che ci provano? Non so spero non sia un brutto trucco, penso non ne abbiano bisogno visto che l'aereo è sempre stato pieno e proprio ultimamente leggevo che l'azienda sta andando benissimo. Ad ogni modo sono rimasto molto deluso. Tra i low cost che ho preso fino adesso mi sembravano avanti anche perchè tra i primi.

Thursday, November 15, 2007

Poste: sempre più veloci

Recentemente ho discusso in un forum con dei ragazzi che ogni tanto comprano oggetti e materiali dal Giappone e si lamentano del fatto che quando ricevono il pacco devono puntualmente pagare le tasse comunali. Cosa che io confermo, non ho mai ricevuto un pacco da Miyuki senza dover avuto pagare qualcosa e a volte anche tanto.
In Giappone quando Miyuki va all'ufficio postale e dice di voler spedire un pacco in Italia, i dipendenti fanno sempre facce dispiaciute dicendo che per l'Italia non possono garantire i tempi di consegna previsti e che bisogna scrivere nei particolari cosa contiene il pacco per la dogana, altrimenti non passa.

Ora però mi rendo conto che anche spedire dall'Italia è diventato difficile. Martedi ho spedito un pacco per Miyuki, all'ufficio postale mi hanno chiesto più cose rispetto l'ultima volta tra cui: ho dovuto compilare una fattura (??) e ho dovuto scrivere il mio codice fiscale (??!!??); non solo, stamattina mi hanno chiamato dall'ufficio postale, il mio pacco è ancora li e non è sufficiente scrivere il codice fiscale ma vogliono fotocopia della card che rilascia l'agenzia delle entrate.

Già le poste non brillavano per la celerità del servizio, ma se includono queste pratiche i tempi si allungano, che bei progressi.